Turismo religioso: anche i pellegrinaggi sono green

Il turismo religioso, quel turismo cioè che consiste nel visitare luoghi che sono cari al ricordo o al culto di una religione, è un fenomeno che esiste e che spesso resta nell’ombra. Si tratta però di una fetta fondamentale dell’intero settore turistico, al punto che si parla di un giro di affari tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro ogni anno.

Da poco il Wwf, la nota associazione ambientalista e animalista, è entrata nel dibattito di questo ambiente. Perché? Perché questo tipo di turismo, oltre a portare fedeli in pellegrinaggio, spesso si lascia dietro notevoli danni ambientali e ecologici. Per questo l’associazione ha presentato un piano per rendere anche i pellegrinaggi ecosostenibili. Ogni anno, secondo il Wwf, sono oltre 100 milioni i pellegrini che visitano città e luoghi sacri in tutto il mondo. E questo, ovviamente, ha un impatto: acqua, anidride carbonica, cibo e produzione di rifiuti. Per questo motivo è stato fondato, in collaborazione con l’Alleanza delle Religioni e della Conservazione (Arc) il “Green Pilgrimage Network”.

Il “Green Pilgrimage Network” si occuperà di gestire insieme ai pellegrini i loro viaggi, cercando di far passare la cultura del verde e dell’ecologico, per mantenere i luoghi in questione più puliti e per alleggerire l’impronta ecologica di questi fenomeni a livello planetario. Apposite agenzie “eco-sostenibili” daranno una mano nell’organizzazione di questi viaggi.

Il “Green Pilgrimage Network” verrà presentato ad Assisi la settimana prossima, durante “Terra Sacra”, una manifestazione che unisce tutte le religioni e che si terrà dal 31 ottobre al 2 novembre prossimi.

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